La crescita dell’indice S&P500 dopo la correzione del fabbraio-marzo 2020 è stata particolarmente veloce e già da mesi si sente parlare di sopravvalutazione dell’indice S&P500.Vediamo un’aggiornamento dell’analisi fatta a gennaio 2021 con i dati al 30/6/2021.
Una versione più aggiornata di questo articolo è quella di Ottobre 2021.
Le metriche utilizzate
Il P/E
Partiamo dal P/E ratio (Price to Earnings ratio), ovvero il rapporto tra prezzo e utili per azione è una delle metriche usate nell’analisi fondamentale e nel Value investing. Generalmente il mercato è sottovalutato quando il P/E è inferiore alla sua media storica.
Il CAPE
Robert J. Shiller propone una variante del P/E: Il Ciclically Adjusted Price to Earings ratio. Il CAPE è il rapporto tra i prezzi delle azioni e una media mobile su 10 anni degli utili societari aggiustata per l’inflazione. Attraverso il valore attuale del CAPE ratio si possono fare delle previsioni sul ritorno medio annuo del mercato nei seguenti 10 anni.
Il valore corrente del CAPE del mercato americano è di circa 37, (con una media mobile a 35 anni di circa 25, mentre quella degli ultimi 25 è di 27).
ValorI | AL 30/6 | AL 31/3 | Media 25 a. | rispetto media |
---|---|---|---|---|
Forward P/E | 21.5x | 21.9x | 16.7 | +28% |
CAPE | 37.7 | 35.9 | 27.6 | +36% |
Div. Yield | 1.44% | 1.52% | 2.02% | -28% |
Price to book | 4.19 | 3.98 | 3.02 | +38% |
J.P. Morgan Asset Management.
Possiamo vedere che una correzione dell’S&P500 di circa il 25% porterebbe tutte le varie metriche ai valori medi degli ultimi 25 anni.
Previsioni rendimenti
Vediamo cosa significa quando consideriamo i rendimenti attesi, nella tabella che segue Ploutus calcola i ritorni attesi (reali) a 10 anni partendo da un determinato P/E:

Un P/E a 21 con un’inflazione Usa a 3% potrebbe dare un rendimento nominale (in dollari) pari a 7%. Ma è sempre difficile fare previsioni. Per l’azionario USA Quantalys nei suoi portafogli stima un rendimento del 7.78% per il periodo 2020-2025, State Street invece un rendimento atteso a 10+ anni del 5.6%, infine Moneyfarm nel suo Portafogli strategici 2021 indica un rendimento atteso a 10 anni del 3%.
FactSet Research Systems riporta che gli analisti prevedono che l’S&P 500 vedrà un aumento dei prezzi dell’11.2% nei prossimi dodici mesi. Questa percentuale si basa sulla differenza tra il prezzo obiettivo bottom-up e il prezzo di chiusura dell’indice. Il prezzo obiettivo bottom-up è calcolato aggregando le stime del prezzo obiettivo mediano per tutte le società nell’indice.
L’8 Luglio, il prezzo obiettivo bottom-up per l’S&P 500 era di 4803, che era dell’11,2% al di sopra del prezzo di chiusura di 4320.

L’energia e i materiali sono i 2 settori nei quali gli analisti si aspettano i maggiori aumenti. Il settore Real Estate quello che dovrebbe crescere molto dopo essere stato uno dei migliori del 2021 (come visto a marzo).
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Tutte le società dell’S&P500 sono sopravvalutate?
Aggiorno la tabella vista a Gennaio e Aprile con le valutazioni al 30/6/2021
Aziende | P/E attuale | P/E medio 25y |
---|---|---|
Top 10 | 30.0 | 19.6 |
Restanti | 18.9 | 15.6 |
S&P500 | 21.5 | 16.3 |
Possiamo vedere come le principali azioni siano quelle più sopravvalutate secondo questa metrica.
Al 30 giugno 2021, le prime 10 aziende dello S&P500 erano: Apple (5.9%), Microsoft (5.6%), Amazon (4.1%), FaceBook (2.3%), Google (4.0%), Berkshire Hathaway.B (1.5%), Tesla (1.4%), Nvdia (1.4%), JPM (1.3%) e Johnson and johnson (1.2%). Il peso totale delle prime 10 (google ha 2 classi di azioni) è del 28.6%. Il settore tecnologico è quello che pesa di più nello S&P500 e aveva un forward P/E pari a 26.4 con una media a 20 anni di 18.7.
Notare che i primi 10 componenti contribuiscono al 30.5% degli utili dello S&P500.
Per ritornare in media le azioni più grandi dovrebbero scendere del 35% a fine giugno rispetto al 40% di gennaio. Altra possibilità è quella di un aumento degli utili di circa il 55% per le più grandi, rispetto all’aumento del 70% di fine dicembre. Alla data di questo articolo le trimestrali dei principali gruppi Usa mostrano ricavi in salita. Gli analisti si aspettano una crescita degli utili del 64% per il secondo quarto 2021.
Sopravvalutazioni rispetto alla media a 20 anni divise per capitalizzazione e fattore
Vediamo le valutazioni divise per capitalizzazione e fattore di investimento, il rendimento totale si basa sugli indici Russell con l’eccezione della categoria di Large Blend, che si basa sull’indice S&500.
Value | Blend | Growth | |
---|---|---|---|
Large | 123.0% | 136.5% | 165.3% |
Mid | 121.4% | 134.3% | 192.0% |
Small | 114.3% | 138.7% | 168.8% |
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un ritorno dei titoli Growth e Tecnologici rispetto ai titoli Value e Small che erano rimasti indietro durante la prima fase del recupero seguito alla correzione del febbraio 2020.
Dividendi e inflazione

Concludo guardando un grafico sul tasso di rendimento da dividendi reali. Il dividend yield nominale è la momento del 1.4% (mentre la media a 25 anni è del 2%) possiamo notare come raramente il dividend yield reale sia sceso sotto al livello del -2% negli ultimi 35 anni, un periodo caratterizzato da inflazione e tassi di interesse in discesa. Questo dato è sicuramente figlio di una inflazione che non si vedeva da tempo negli USA, se questa non fosse così transitoria come ci si aspetta il rientro verso tassi meno negativi dovrebbe passare attraverso una riduzione dei valori azionari.
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Ciao Francesco, trovo I tuoi articoli molto interessanti. Ti chiedo se posso portarli sul mio canale YouTube Investire in Borsa a caccia di dividendi. Tu avresti una buona visibilità e ovviamente non mancherei di pubblicizzare il tuo blog. Naturalmente sentiti libero di rifiutare. Un saluto
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Grazie mille. Ti scrivo sulla mail
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