A fine Ottobre in un articolo intitolato: Volatilità: tutta colpa delle elezioni ? si valutava come le elezioni americane fossero un fattore di incertezza e se un esito certo potesse contribuire alla riduzione della volatilità (parliamo di VIX). Vediamo come è andata.

Possiamo vedere come la curva sia scesa tra l’inizio di Novembre e il 18 Dicembre ma come sia più alta (circa il 40%) di quella del dicembre del 2016 dopo le elezioni di Trump, un risultato meno controverso di quello di quest’anno ma che aveva sorpreso i mercati. Come indicavo nell’articolo di ottobre non tutta la volatilità era da addebitarsi alle elezioni.
Nuovi massimi e alta volatilità
Solitamente quando il mercato sale e ancor più quando è ai massimi di periodo la volatilità tende a essere contenuta. In questo grafico relativo ai vari trimestri 2020 vediamo come a nuovi massimi assoluti del mercato non corrispondano valori sotto 20 dell’indice VIX.

Alcuni attori del mercato, per esempio i fondi Risk Parity, devono aspettare delle precise condizioni di mercato prima di poter aumentare l’esposizione all’azionario. Se a gennaio/febbraio, mesi generalmente caratterizzati da minor volatilità rispetto al periodo agosto-novembre, la volatilità dovesse scendere altri flussi dovrebbero entrare su un mercato già ai massimi.
Altra possibilità è che si rimanga in uno stato di media volatilità a lungo, segnale che, sebbene il mercato abbia recuperato molto, gli investitori lo vedono ancora debole.
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